Le 5 cose da sapere prima di eseguire un intervento di impermeabilizzazione.
Tra le richieste di consulenza che riceve lo studio arketa un posto predominante riguarda il tema dell’impermeabilizzazione di terrazzi a livello balconi, lastrici e coperture in genere.
In particolare i quesiti, spesso riguardano le fasi preliminari, ovvero alla diagnostica ed in sub ordine, le possibile soluzioni tecniche con i relativi costi.
In questo contesto, la domanda più frequente è del tipo:
“Devo impermeabilizzare una terrazza dove recentemente, al piano sottostante si sono manifestate delle infiltrazioni d'acqua di natura meteorica, probabilmente la vecchia impermeabilizzazione (guaina) si è degradata e pertanto quali interventi dovrei eseguire?”
Innanzitutto è bene sottolineare che non vi è mai un caso uguale all’atro, esistono certo degli stereotipi ma i discriminanti sono molteplici, ovvero riconducibili alla tipologia della guaina (ammesso che esista), la geometria delle pendenze, il sistema di smaltimento dei reflui, i materiali che costituisco il piano di calpestio, etc.
Risulta pertanto, assolutamente necessario eseguire un attento sopralluogo per eseguire, quella che è una vera e propria diagnosi, in sostanza, come quella che esegue un medico durante una visita medica, rimandando i relativi approfondimenti di tipo specialistico ad un momento successivo, ovvero come gli esami del sangue nel primo caso, indagini diagnostiche nel secondo caso.
Pertanto, per procedere ad un corretto intervento che riguarda l’impermeabilizzazione, è bene eseguire alcune operazioni preliminari, diversamente, anche la migliore soluzione tecnica e/o il miglior sistema impermeabilizzante potrebbe andare in crisi e/o risultare inefficiente.
Le operazioni preliminari, ovvero le indagini da eseguirsi nei diversi substrati si distinguono in invasive e non invasive, rientrano nel campo delle indagini invasive i saggi distruttivi e le prove di allagamento, in quelle non invasive gli esami diagnostici strumentali ( esempio: termo camera ad infrarossi, igrometro etc).
Per un intervento a regola d'arte, prima di procedere all'impermeabilizzazione di un terrazzo a livello, di un balcone e/o di una copertura, è necessario pertanto procedere in quest'ordine:
Si tratta di operazioni che richiedono esperienza, attenzione e preparazione e funzionali al buon esito dell’intervento da eseguire e pertanto protonomiche alla fase tecnico progettuale ed esecutiva.
Il primo passo da fare prima di iniziare qualsiasi attività è quello di effettuare la pulizia della superficie. Tale fattispecie permetterà la disamina attenta del sub strato, nel quale al con tempo si andranno ad eliminare le parti inconsistenti, in fase di distacco e/o non dotate di sufficienti caratteristiche meccaniche.
La corretta pulizia dei supporti dovrà essere ripetuta anche in fase esecutiva per eliminare la polvere, il grasso, la ruggine, le vernici e ogni altro materiale in grado di pregiudicare la corretta adesione dei successivi rivestimenti.
Dopo aver effettuato la pulizia delle superfici il secondo passo da seguire è quello di verificare la geometria delle pendenze e se ritenute non idonee programmare gli interventi per correggerle al fine di evitare ristagni d'acqua.
Esaminare le superfici significa anche verificare la presenza di adeguati sistemi di raccolta e di smaltimento delle acque a pavimento.
Per i secondi invece, a secondo del caso (esempio: terrazzo sia delimitato da muretti e non da ringhiere), sarà opportuno prevedere opportuni accorgimenti, quali a titolo esemplificativo, la realizzazione di fori passanti sulle pareti e relativo posizionamento di profili gocciolatoi per far defluire le acque.
Infine, tra le operazioni di verifica delle superfici è opportuno valutare anche l'assenza di elementi che possano ostacolare la continuità dello strato impermeabilizzante. Tale strato infatti dovrà essere adeguatamente risvoltato sulle pareti o sui muretti perimetrali.
Per farlo è necessario rimuovere o sollevare da terra ogni elemento non strutturale (eventuali scossaline metalliche, battiscopa, etc) .
Esaminare i danneggiamenti significa verificare la presenza dei fenomeni degenerativi, i punti infiltrativi, la magnitudo del fenomeno, la necessita di porre in essere misure di tutela quali lo spostamento di mobili e suppellettili e opere provvisionali di messa in sicurezza in attesa della definizione concreta dei lavori. adeguati sistemi di raccolta e di smaltimento delle acque a pavimento.
Le prove diagnostiche, sono indagini da eseguirsi nei diversi substrati e come abbiamo accennato, si distinguono in invasive e non invasive, rientrano nel campo delle indagini invasive i saggi distruttivi e le prove di allagamento, in quelle non invasive gli esami diagnostici strumentali ( esempio: termo camera ad infrarossi, igrometro etc).
I saggi distruttivi, sono prove meccaniche, che permettono di indagare i sub strati operando piccole opere demolitive funzionali ad acquisire informazioni sullo stato della guaina impermeabilizzante e dello stato del massetto.
Le prove diagnostiche di tipo strumentale, tipo la termo camera ad infrarossi permette di individuare l’origine dell’infiltrazione che può essere anche distante lontana dal punto in cui si manifesta. Attraverso le indagini condotte sia sulla terrazza che nei locali sottostanti è possibile individuare i punti dove l’acqua si infiltrava. Ciò permette di intervenire in modo patologico su tutta la superficie e/o in modo mirato ed efficace solo dove il problema è effettivamente presente.
Tale fattispecie permette una riduzione di costi per materiale e manodopera e con conseguenti minori disagi per gli inquilini, beneficio, questo, spesso sottovalutato.
Fenomeno infiltrativo patologico
Fenomeno infiltrativo puntuale
Eseguita la fase preliminare, ovvero alla diagnostica pre progettuale è possibile prospettare la soluzione tecnica e formulare un progetto, anche in forma di semplice C.M.E. (Computo Metrico Estimativo) per la determinazione dei costi dell’intervento, come da informazioni fornite dall'Architetto Nicola Vaianella.
Per valutare in maniera corretta il sistema impermebalizzante più adeguato al caso è fondamentale comprendere il tipo di superficie su cui si andrà a intervenire. Siamo in presenza di una guaina bituminosa, di piastrelle oppure di una superficie in calcestruzzo? Per ciascun caso sono previste procedure diverse. Vediamo quali.
Guaine bituminose
Nel caso di una guina bituminosa occorre tener conto del fatto che il sistema impermeabilizzante deve essere applicato su superfici omogenee. Ciò significa che si dovrà valutare di volta in volta se procedere con l'asportazione della guaina oppure con il ripristino localizzato. L'asportazione è l'operazione più conveniente da fare quando la maggior parte della guaina esistente risulta deteriorata.
Per sapere come procedere con l'impermeabilizzazione di una superficie in presenza di guaine bituminose vi consiglio di leggere questo articolo: Impermeabilizzare una copertura. Chiedi all'Esperto
Superfici in calcestruzzo
Nel caso di superfici in calcestruzzo bisogna assicurarsi prima di tutto che i supporti siano adeguatamente maturati e strutturalmente sani. La resistenza a trazione “pull off” del calcestruzzo infatti deve essere > 1,5 MPa. Successivamente è opportuno verificare la presenza e la profondità di possibili degradi corticali e procedere a un eventuale ciclo di ripristino del calcestruzzo.
Tra le altre misure da prendere occorre poi eliminare gli eventuali distanziatori metallici presenti e stuccarli e trattare dove presenti le irregolarità profonde ed estese come per esempio i nidi di ghiaia e le sbordature tra getti. Tali irregolarità devono essere preventivamente rasate. Per farlo è necessario procedere prima con la "primerizzazione" del supporto usando per esempio la resina epossidica a base acquosa Kimicover FIX e poi effettuare la successiva rasatura con la malta Betonfix RS.
Se ci troviamo a impermeabilizzare poi dei massetti di nuova realizzazione e/o posati sopra a vecchie guaine occorre procedere alla primerizzazione di tutta la superficie da trattare. Nel nostro caso è possibile applicare la resina espossidica Kimicover FIX MV applicata a rullo o con pennello. Questa operazione dovrà essere effettuata tra le 8 e le 24 ore precedenti all'inizio dell'impermeabilizzazione.
Superfici piastrellate
Infine vediamo il caso dell'impermeabilizzazione di superfici già piastrellate. Qui bisogna necessariamente rimuovere la prima fila di piastrelle delle pareti per un'altezza di circa 20 cm, verificare l'adesione al fondo delle stesse e riparare eventuali buchi o irregolarità del sottofondo con idonei prodotti.
Per ultimo, occorre eseguire il lavaggio acido della superficie con un formulato in grado di rimuovere residui di malta cementizia. Il mio consiglio è quello di usare Soluzione P da applicare con rullo, con il pennello o con la monospazzola. Una volta applicato occorre far agire la soluzione per pochi minuti e risciacquare accuratamente la superficie trattata con acqua.
Passo 4. Controllo e ripristino di giunti e pozzetti.
Quando si effettua il controllo dei giunti e dei pozzetti va sempre considerato lo stato di fatto della superficie da impermeabilizzare. Infatti, se in fase di realizzazione della struttura è stato progettato e poi realizzato un adeguato reticolo di giunti artificiali statici (di ripresa e frazionamento) e dinamici (di dilatazion e sismici) allora è possibile procedere all'eventuale ripristino dei bordi e, in caso, alla sostituzione dei dispositivi preformati già applicati in corrispondenza dei giunti, nel caso in cui risultino deteriorati
Se siamo in presenza di giunti naturali, formatisi per esempio a causa di un errato dimensionamento allora occorre valutare due casi.
Nel primo caso sarà necessario creare i giunti realizzando dei tagli con "flessibile" seguendo l'andamento dei giunti natuali. Nel secondo caso invece dovrà essere ripristinata la superficie prima di ricreare i giunti.
Quando ci troviamo invece davanti a superfici con piastrelle prive di giunti, ma delle dimensioni tali da necessitarne, allora bisogna realizzare i giunti, creando con il frullino un'incisione in corrispondenza delle fughe. In questo caso è importante studiare bene le eventuali lesioni a carico del rivestimento e realizzare i giunti in zone che potrebbero tendere a comportarsi come giunti dinamici.
Infine i punti di contatto tra massetto e pozzetti di raccolta possono essere trattati eseguendo queste tre operazioni:
Passo 5. L'impermeabilizzazione dei giunti e degli scarichi
Arriviamo infine all'ultima delle operazioni preliminari da eseguire prima di impermeabilizzare una superficie: l'impermeabilizzazione dei giunti e degli scarfichi. Per effettuarla è necessario, per prima cosa, posizionare il supporto in polietilene a cellule chiuse Ethafoam quale fondogiunto per il sigillante poliuretanico Tecnoseal 88 o Tecnoseal 130 nel caso di giunti di larghezza superiore a 5 mm.
In secondo luogo si può procedere con l'applicazione di una membrana autoadesiva (come il nostro Kimicover JOINT) e con la successiva stesura di una rete di armatura (Kimitech 120 o Kimitech 350) da saturare con la malta o con la resina scelta per l'impermeabilizzazione della superficie.
Infine, i punti di contatto tra massetto e pozzetti di raccolta andranno trattati mediante applicazione di un'altra membrana autoadesiva, Kimicover JOINT P, risvoltata all'interno dello scarico. Sulla stessa si procederà, come nel caso precedente, con la stesura della rete di armatura.
Le soluzioni per l'impermeabilizzazione di terrazzi, balconi e coperture
Con quest'ultima procedura abbiamo concluso quella che da risposta alla richiesta di un applicatore si è trasformata in una vera e propria guida alle fasi preliminari da mettere in atto prima di effettuare l'impermabilizzazione. Ovviamente, una volta eseguite tali operazioni non resterà altro che procedere con il rivestimento della superficie.
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